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 Tappeto da preghiera Hereke, Asia minore, sec. XVIII, coll. privata

Il tappeto è la sezione di uno spazio architettonico che si contrae nel frammento conservando tutta la suggestione di uno spazio chiuso e imploso che idealmente si versa in uno spazio aperto e senza limiti: a distanza, il tappeto Shiraz preghiera si specchia infatti nel mihrab, nella nicchia vuota che nel chiuso dell’edificio di culto indica l’invisibile Kaaba a oriente, e in questo il tappeto alimenta la percezione di uno spazio vuoto, remoto e fluido che si orienta senza tregua verso la sua cavità.

Il tappeto islamico (foto) è il tassello di un complesso e articolato mosaico creativo che coinvolge le maestose e immisurabili pareti maiolicate della moschea in una intensa dimensione spaziale nella quale il centro ideale della Kaaba si allinea ai luoghi nomadi sempre irresistibilmente calamitati verso oriente e sempre rivolti verso l’ipnotica porta vuota del mihrab.
In questo straordinario congegno poetico i segni grafici dei versetti coranici unificano la superficie del tappeto e le pareti della moschea ai dettagli più minuti degli argenti e delle ceramiche in una fascinatrice reverie della parola scritta.

La miniatura che mostra Maometto nell’atto di deporre (o raccogliere) la pietra nera della Kaaba in un tappeto salda i due poli estremi dell’estetica del tappeto orientale da preghiera.
I tappeti da preghiera orientali rappresentano al più alto livello la specificità di questa tipologia. Mentre i grandi tappeti francesi sono componenti della decorazione barocca e i rarefatti tappeti cinesi condividono la spazialità svuotata dell’estetica cinese, i tappeti da preghiera islamici sono inseriti in un congegno percettivo che ne assicura l’autonomia perché la loro esteticità è attivata dalla possibilità che hanno di determinare uno spazio orientato.

Le opere
Ho trovato i grandi tappeti antichi iraniani al Louvre. Al Victoria and Albert Museum di Londra c’è il grande tappeto persiano Ardebil di cultura Safawide con la data araba 946 che corrisponde al 1539.

A Milano c’è il tappeto persiano con scena di caccia, sec. XVI, del Museo Poldi Pezzoli, con firma dell’autore e data 929 dell’Egira, corrispondente al 1523.
2008. Nella bellissima mostra milanese del Castello Sforzesco, Dalla Turchia, ho visto per la prima volta i grandi tappeti turchi del Cinquecento con il loro violento rosso acceso.
Il tappeto orientale più interessante che io conosca a questa data (2009) è quello riprodotto in I tappeti d’oriente (1966) a pag. 85, fig. 35: un tappeto preghiera Hereke, Asia minore, sec. XVIII, Milano, coll. privata. La superficie è interamente colonizzata dalla scrittura dei sonetti sacri declinata in infinite varianti grafiche, una trama di segni delicati, la stessa degli interni islamici in ceramica, che spinge sul fondo le decorazione del giardino e del mihrab in una rarissima soglia di parossistica intensità.

Il tappeto più antico conosciuto, il t siberiano di Pazyryk dell’Ermitage (V-VI sec. ac), trovato nel 1947, ghiacciato, sugli Altai, sembra confermare la matrice formale del tappeto perché ricostruisce un luogo geometricamente schematico che capta ai bordi la serie animata di origine neolitica, uno spazio che integra idealmente la vita nomade, quindi, dove il nodo ossessivo ha lo stesso significato degli annodamenti delle tende nomadi.

In un numero di SeleArte Ragghianti commentava l’intelligente articolo di G. Marcais, La figura nell’arte mussulmana, biasimando la scarsa predisposizione alla lettura critica degli studiosi di arte islamica: ‘capirne ( ) il carattere peculiare, che tanto spesso è ignorato o inosservato (si pensi, per esempio, ai tappeti) perché il disinteresse e la svalutazione derivano dalla mancanza del possesso del principio estetico che regge così gran parte dell’arte mussulmana antica’.

Sono molto più interessanti e vividi i rarissimi articoli occasionali sul tappeto delle grigie esposizione corporative che si leggono nei libri specialistici: P.W.Tarnawsky, Una passione orientale, Selezione 1969; Tahar Ben Jelloun, Ho visto il cielo in un tappeto, La Repubblica, 2007.

Vasi comunicanti: Esteticità.

Libri
1966. Michele Campana, I tappeti d’oriente. F. Fabbri E. Qui ho scoperto l’affascinante t da preghiera Hereke, che mi sembra l’estrema concretizzazione dello specifico creativo del tappeto. Quando chiesi a F (allora piccolissimo) di scegliere in questo libro il tappeto più interessante scelse senza esitazione l’Hereke.
1966. Michele Campana, I tappeti d’occidente. F. Fabbri.
1968. AA.VV, voce Tappeti in Enciclopedia storica dell’antiquariato, Praga (it. 1977).
1969. Mercedes Viale Ferrero, Impariamo a conoscere i tappeti, Ist. G. De Agostini. Questa pubblicazione, che ha l’aspetto modesto di un comune strumento divulgativo se confrontata con i grandi libri sollecitati dal mercato, è dotata di magnifiche riproduzioni e di un testo breve ma intelligente, scritto da una eccellente studiosa che è anche l’autrice di un notevole volume sugli arazzi: ‘Il tappeto non è soltanto un manufatto con funzione pratica e decorativa: è una compiuta forma di espressione artistica, che può raggiungere qualità altissima’.
1970-1972, Carel J. Du Ry, L’arte dell’Islam. Rizzoli. Una bella pubblicazione che permette un confronto continuo tra le tipologie. Bellissima la foto (pag. 181) di un t di Usak, turco, del 1500, con l’incredibile rosso vivo che ho visto nei grandi tappeti turchi del Cinquecento esposti a Milano nel Castello Sforzesco.
1981.Giovanni Curatola, Tappeti, Orsa Maggiore ed. Un manuale pratico, con tante schede (acritiche) e pessime foto a colori.
2006. G. Mandel Khan, Islam. Indispensabile per conoscere l’arte islamica, con le sue eccellenti schede magnificamente illustrate.
2006. Luca Mozzanti e A. Fuga, L’Arte islamica, vol.7 de La Storia dell’Arte, Electa. Note varie sui t, soprattutto su quello del Poldi Pezzoli.
2006. Giovanni Curatola, Arte islamica, vol. 26 de La grande storia dell’arte, Il Sole24ore. Importante materiale di studio, con pessime foto a colori delle opere. Assoluta carenza di annotazioni critiche e comparative.
1981. Dora Heinz, Tappeti (europei) in Tessuti, tappeti, carte da parati, I Quaderni dell’Antiquariato.
Il Giornale dell’arte pubblica periodicamente Il giornale dei Tappeti e dei tessili antichi, dedicato naturalmente al mercato.